Gloria pubblica tragedia privata

2 Samuele 11:1-5
1 L’anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre, Davide mandò Ioab con la sua gente e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a Gerusalemme.
2 Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima. 3 Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: «È Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uria, l’Ittita». 4 Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si unì a lei, che si era purificata dalla sua impurità; poi lei tornò a casa sua. 5 La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: «Sono incinta».

Domenico Modugno: Ascolta la predicazione.

Dio guarda oltre i primi

2 Samuele 23:20-23
20 Poi veniva Benaia da Cabseel, figlio di Ieoiada, figlio di Isai, celebre per le sue prodezze. Egli uccise i due grandi eroi di Moab. Scese anche in mezzo a una cisterna, dove uccise un leone, un giorno di neve. 21 E uccise pure un Egiziano, di aspetto formidabile, che teneva una lancia in mano; ma Benaia gli scese contro con un bastone, strappò di mano all’Egiziano la lancia, e se ne servì per ucciderlo. 22 Questo fece Benaia, figlio di Ieoiada; e acquistò fama fra i tre prodi. 23 Fu il più illustre dei trenta; tuttavia non giunse a eguagliare i primi tre. E Davide lo ammise nel suo consiglio.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Nessuna Scusa

Ezechiele 47:1-6
1 Egli mi ricondusse all’ingresso della casa; ed ecco delle acque uscivano sotto la soglia della casa, dal lato d’oriente; perché la facciata della casa guardava a oriente; le acque uscite di là scendevano dal lato meridionale della casa, a mezzogiorno dell’altare. 2 Poi mi condusse fuori per la via della porta settentrionale e mi fece fare il giro, di fuori, fino alla porta esterna, che guarda a oriente; ed ecco, le acque scendevano dal lato destro.
3 Quando l’uomo fu uscito verso oriente, aveva in mano una cordicella e misurò mille cubiti; mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle calcagna. 4 Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle ginocchia. Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano sino ai fianchi. 5 Ne misurò altri mille: era un torrente che io non potevo attraversare, perché le acque erano ingrossate; erano acque che bisognava attraversare a nuoto: un torrente che non si poteva guadare.
6 Egli mi disse: «Hai visto, figlio d’uomo?» Poi mi ricondusse sulla riva del torrente.

Josè Fernandez: Ascolta la predicazione.

Servi o Amici?

Giovanni 15:12-17
12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. 13 Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. 14 Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. 15 Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. 16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Da soli non si vince

Colossesi 2:13-15
13 Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i peccati; 14 avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 e avendo spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Porte in faccia… forse…

Matteo 15:21-27
21 Partito di là, Gesù si ritirò nel territorio di Tiro e di Sidone. 22 Ed ecco una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». 23 Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». 24 Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele». 25 Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!» 26 Gesù rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». 27 Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28 Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Fuoco Dentro

Luca 24:30-32
30 Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista. 32 Ed essi dissero l’uno all’altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?»

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Per vincere le sfide

Geremia 17:7-8
7 Benedetto l’uomo che confida nel SIGNORE,
e la cui fiducia è il SIGNORE!
8 Egli è come un albero piantato vicino all’acqua,
che distende le sue radici lungo il fiume;
non si accorge quando viene la calura
e il suo fogliame rimane verde;
nell’anno della siccità non è in affanno
e non cessa di portare frutto».

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

E la ruota continua a girare

Geremia 18:1-6
1 Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE:
2 «Àlzati, scendi in casa del vasaio,
e là ti farò udire le mie parole».
3 Allora io scesi in casa del vasaio,
ed ecco egli stava lavorando alla ruota;
4 il vaso che faceva si guastò,
come succede all’argilla in mano del vasaio; da capo ne fece un altro
come a lui parve bene di farlo.
5 La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
6 «Casa d’Israele, non posso io fare di voi quello che fa questo vasaio?»,
dice il SIGNORE.
«Ecco, quel che l’argilla è in mano al vasaio,voi lo siete in mano mia, casa d’Israele!

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Quando si parla di Gesù

Ebrei 4:14-16
14 Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Il segreto della vittoria

2 Samuele 5:7-25
7 Quando i Filistei udirono che Davide era stato unto re d’Israele, salirono tutti a cercarlo. Davide lo seppe e scese alla fortezza. 18 I Filistei giunsero e si sparsero nella valle dei Refaim. 19 Allora Davide consultò il SIGNORE, e disse: «Devo salire contro i Filistei? Me li darai nelle mani?» Il SIGNORE rispose a Davide: «Sali; perché certamente ti darò i Filistei nelle mani». 20 Davide dunque si recò a Baal-Perasim, dove li sconfisse ed esclamò: «Il SIGNORE ha disperso i miei nemici davanti a me come si disperde l’acqua». Perciò chiamò quel luogo Baal-Perasim. 21 I Filistei lasciarono là i loro idoli, e Davide e la sua gente li portarono via.
22 I Filistei salirono poi di nuovo e si sparsero nella valle di Refaim. 23 Davide consultò il SIGNORE il quale gli disse: «Non salire; gira alle loro spalle e giungerai su di loro di fronte ai Gelsi. 24 Quando udrai un rumore di passi tra le vette dei gelsi, lanciati subito all’attacco, perché allora il SIGNORE marcerà davanti a te per sconfiggere l’esercito dei Filistei». 25 Davide fece così come il SIGNORE gli aveva comandato e sconfisse i Filistei da Gheba fino a Ghezer.

Domenico Vona: Ascolta la predicazione.

Preghiera che vale

Apocalisse 5:1-8
1 Vidi nella destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto di dentro e di fuori, sigillato con sette sigilli. 2 E vidi un angelo potente che gridava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e di sciogliere i sigilli?» 3 Ma nessuno, né in cielo, né sulla terra, né sotto la terra, poteva aprire il libro, né guardarlo. 4 Io piangevo molto perché non si era trovato nessuno che fosse degno di aprire il libro e di guardarlo. 5 Ma uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, la radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli».
6 Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, come immolato, e aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. 7 Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono.
8 Quando ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Che grido è?

Michea 4:9-10
9 Ora, perché gridi così forte?
Non c’è più nessun re dentro di te? Il tuo consigliere è forse perito,
al punto che l’angoscia ti colga come una donna che partorisce?
10 Soffri e gemi, figlia di Sion, come donna che partorisce,
perché ora uscirai dalla città, abiterai per i campi,
e andrai fino a Babilonia.
Là tu sarai liberata,
là il SIGNORE ti riscatterà dalla mano dei tuoi nemici.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Risalire la china

Genesi 12
1 Il SIGNORE disse ad Abramo: «Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; 2 io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. 3 Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra».
4 Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran. 5 Abramo prese Sarai sua moglie e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che possedevano e le persone che avevano acquistate in Caran, e partirono verso il paese di Canaan.
6 Giunsero così nella terra di Canaan, e Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem, fino alla quercia di More. In quel tempo i Cananei erano nel paese. 7 Il SIGNORE apparve ad Abramo e disse: «Io darò questo paese alla tua discendenza». Lì Abramo costruì un altare al SIGNORE che gli era apparso. 8 Di là si spostò verso la montagna a oriente di Betel, e piantò le sue tende, avendo Betel a occidente e Ai ad oriente; lì costruì un altare al SIGNORE e invocò il nome del SIGNORE. 9 Poi Abramo partì, proseguendo da un accampamento all’altro, verso la regione meridionale.
10 Venne una carestia nel paese e Abramo scese in Egitto per soggiornarvi, perché la fame era grande nel paese. 11 Come stava per entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie: «Ecco, io so che tu sei una donna di bell’aspetto; 12 quando gli Egiziani ti vedranno, diranno: “È sua moglie”. Essi mi uccideranno, ma a te lasceranno la vita. 13 Di’ dunque che sei mia sorella, perché io sia trattato bene a motivo di te e la vita mi sia conservata per amor tuo». 14 Quando Abramo giunse in Egitto, gli Egiziani osservarono che la donna era molto bella. 15 I prìncipi del faraone la videro, ne fecero le lodi in presenza del faraone; e la donna fu condotta in casa del faraone. 16 Questi fece del bene ad Abramo per amore di lei e Abramo ebbe pecore, buoi, asini, servi, serve, asine e cammelli. 17 Ma il SIGNORE colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe, a motivo di Sarai, moglie di Abramo. 18 Allora il faraone chiamò Abramo e disse: «Che cosa mi hai fatto? Perché non m’hai detto che era tua moglie? Perché hai detto: 19 “È mia sorella”? Così io l’ho presa per moglie. Ora eccoti tua moglie, prendila e vattene!» 20 E il faraone diede alla sua gente ordini relativi ad Abramo, ed essi fecero partire lui, sua moglie e tutto quello che egli possedeva.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Decisioni Coraggiose

Giudici 5:12-16
12 Dèstati, dèstati, Debora!
Dèstati, dèstati, intona un canto!
Àlzati, Barac, e prendi i tuoi prigionieri, o figlio di Abinoam!
13 Allora scese un residuo, alla voce dei nobili scese un popolo,
il SIGNORE scese con me fra i prodi.
14 Da Efraim vennero quelli che stanno sul monte Amalec;
al tuo sèguito venne Beniamino fra le tue genti;
da Machir scesero dei capi,
e da Zabulon quelli che portano il bastone del comando.
15 I prìncipi d’Issacar furono con Debora;
quale fu Barac, tale fu Issacar:
egli si precipitò nella valle sulle orme di lui.
Presso i ruscelli di Ruben,
le decisioni furono coraggiose!
16 Perché sei rimasto fra gli ovili
ad ascoltare il flauto dei pastori?
Presso i ruscelli di Ruben,
le decisioni furono coraggiose!

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Vedo nero ma poi

1 Salmo di Asaf.
Certo, Dio è buono verso Israele,
verso quelli che sono puri di cuore.
2 Ma quasi inciamparono i miei piedi;
poco mancò che i miei passi non scivolassero.
3 Poiché invidiavo i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
4 Poiché per loro non vi sono dolori,
il loro corpo è sano e ben nutrito.
5 Non sono tribolati come gli altri mortali,
né sono colpiti come gli altri uomini.
6 Perciò la superbia li adorna come una collana,
la violenza li avvolge come un manto.
7 Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso;
dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri.
8 Sbeffeggiano e malvagiamente progettano d’opprimere;
parlano dall’alto in basso con arroganza.
9 Alzano la loro bocca fino al cielo,
e la loro lingua percorre la terra.
10 Perciò il popolo si volge dalla loro parte,
beve abbondantemente alla loro sorgente,
11 e dice: «Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa,
che vi sia conoscenza nell’Altissimo?»
12 Ecco, costoro sono empi;
eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze.
13 Invano dunque ho purificato il mio cuore
e ho lavato le mie mani nell’innocenza!
14 Poiché sono colpito ogni giorno
e il mio tormento si rinnova ogni mattina.
15 Se avessi detto: «Parlerò come loro»,
ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli.
16 Ho voluto riflettere per comprendere questo,
ma la cosa mi è parsa molto ardua,
17 finché non sono entrato nel santuario di Dio,
e non ho considerato la fine di costoro.
18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli,
tu li fai cadere in rovina.
19 Come sono distrutti in un momento,
portati via, consumati in circostanze orribili!
20 Come avviene d’un sogno quando uno si sveglia,
così tu, Signore, quando ti desterai,
disprezzerai la loro vana apparenza.
21 Quando il mio cuore era amareggiato
e io mi sentivo trafitto internamente,
22 ero insensato e senza intelligenza;
io ero di fronte a te come una bestia.
23 Ma pure, io resto sempre con te;
tu m’hai preso per la mano destra;
24 mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella gloria.
25 Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
26 La mia carne e il mio cuore possono venir meno,
ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno.
27 Poiché, ecco, quelli che s’allontanano da te periranno;
tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona.
28 Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio;
io ho fatto del Signore, di Dio,
il mio rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

La tu sarai liberata

Michea 4:9-14
9 Ora, perché gridi così forte?
Non c’è più nessun re dentro di te? Il tuo consigliere è forse perito,
al punto che l’angoscia ti colga come una donna che partorisce?
10 Soffri e gemi, figlia di Sion, come donna che partorisce,
perché ora uscirai dalla città, abiterai per i campi,
e andrai fino a Babilonia.
Là tu sarai liberata,
là il SIGNORE ti riscatterà dalla mano dei tuoi nemici.
11 Ora, molte nazioni si sono adunate contro di te
e dicono: «Sia profanata
e i nostri occhi godano alla vista di Sion!»
12 Ma esse non conoscono i pensieri del SIGNORE,
non comprendono i suoi disegni:
poiché egli le raduna come covoni sull’aia.
13 «Figlia di Sion, àlzati, trebbia!
perché io farò in modo che il tuo corno sia di ferro e le tue unghie siano di bronzo;
tu triterai molti popoli;
consacrerai i loro guadagni al SIGNORE,
e le loro ricchezze al SIGNORE di tutta la terra».
14 Ora, o figlia di schiere, raduna le tue schiere!
Siamo cinti d’assedio;
colpiscono con la verga la guancia del giudice d’Israele!

Davide Di falco: Ascolta la predicazione.

Guarito da cosa?

2 Re 5:9-14
9 Naaman dunque venne con i suoi cavalli e i suoi carri, e si fermò alla porta della casa di Eliseo. 10 Ed Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: «Va’, làvati sette volte nel Giordano; la tua carne tornerà sana, e tu sarai puro». 11 Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: «Ecco, io pensavo: egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del SIGNORE, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso. 12 I fiumi di Damasco, l’Abana e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere guarito?» E, voltatosi, se n’andava infuriato. 13 Ma i suoi servitori si avvicinarono a lui e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una cosa difficile, tu non l’avresti fatta? Quanto più ora che egli ti ha detto: “Làvati, e sarai guarito”?» 14 Allora egli scese e si tuffò sette volte nel Giordano, secondo la parola dell’uomo di Dio; e la sua carne tornò come la carne di un bambino; egli era guarito.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Se abbandono il primo amore

Apocalisse 2:1-7
1 «All’angelo della chiesa di Efeso scrivi:
Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro:
2 “Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono, e che li hai trovati bugiardi. 3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. 4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. 6 Tuttavia hai questo, che detesti le opere dei Nicolaiti, che anch’io detesto.
7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è nel paradiso di Dio”.

Aniello Esposito: Ascolta la predicazione.

La domanda giusta è chi sono io? o a chi appartengo?

Esodo 3:10-14
10 Or dunque va’; io ti mando dal faraone perché tu faccia uscire dall’Egitto il mio popolo, i figli d’Israele».
11 Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire dall’Egitto i figli d’Israele?» 12 E Dio disse: «Va’, perché io sarò con te. Questo sarà il segno che sono io che ti ho mandato: quando avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, voi servirete Dio su questo monte». 13 Mosè disse a Dio: «Ecco, quando sarò andato dai figli d’Israele e avrò detto loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi”, se essi dicono: “Qual è il suo nome?” che cosa risponderò loro?» 14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d’Israele: “l’IO SONO mi ha mandato da voi”».

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Esercitare la fede

Matteo 9:27-31
27 Come Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono, gridando e dicendo: “Abbi pietà di noi, o Figlio di Davide!”. 28 Quando egli fu entrato nella casa, quei ciechi si accostarono a lui. Gesù disse loro: “Credete voi che io possa fare questo?”. Essi gli risposero: “Sì, o Signore”. 29 Allora toccò loro gli occhi, dicendo: “Vi sia fatto secondo la vostra fede”. 30 E gli occhi loro furono aperti. E Gesù fece loro un severo divieto, dicendo: “Guardate che nessuno lo sappia”. 31 Ma quelli, usciti fuori, sparsero la fama di lui per tutto quel paese.

Eduardo Esposito: Ascolta la predicazione.

Senza che nessuno lo chiedesse

Giovanni 5:1-8
1 Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 2 V’è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, 3 sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. 4 [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.] 5 Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. 6 Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». 7 Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». 8 Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».

Luca 6:6-10
6 Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. 7 Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. 8 Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9 Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». 10 E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì.

Luca 13:10-16
10 Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. 11 C’era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. 12 Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», 13 e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
14 Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato». 15 Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? 16 E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?».

Aniello Esposito: Ascolta la predicazione.

Il linguaggio disperato delle caverne

Genesi 19:30-37
30 Poi Lot uscì da Tsoar e andò ad abitare sul monte insieme con le sue due figlie, perché aveva paura di stare a Tsoar; e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. 31 Or la maggiore disse alla minore: «Nostro padre è vecchio, e non vi è più alcun uomo nel paese che possa unirsi a noi, come si usa su tutta la terra. 32 Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e corichiamoci con lui; così potremo assicurare una discendenza a nostro padre». 33 Così quella stessa notte fecero bere del vino al loro padre; e la maggiore entrò e si coricò con suo padre: ed egli non si accorse né quando ella si coricò né quando si levò. 34 All’indomani la maggiore disse alla minore: «Ecco, la notte scorsa io mi sono coricata con mio padre; facciamogli bere del vino anche questa notte; poi tu entra e coricati con lui, affinché possiamo assicurare una discendenza a nostro padre». 35 Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre, e la minore andò a coricarsi con lui; ed egli non si accorse né quando ella si coricò né quando si levò. 36 Così le due figlie di Lot rimasero incinte per mezzo del loro padre. 37 La maggiore diede alla luce un figlio, al quale pose nome Moab. Questi è il padre dei Moabiti, che sussistono fino al giorno d’oggi. 38 Anche la minore partorì un figlio, al quale pose nome Ben-Ammi. Questi è il padre degli Ammoniti, che sussistono fino al giorno d’oggi.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Puntini sulle i

Giovanni 4:4-26
4 Or egli doveva passare per la Samaria. 5 Arrivò dunque in una città della Samaria, detta Sichar, vicino al podere che Giacobbe aveva dato a Giuseppe, suo figlio. 6 Or qui c’era il pozzo di Giacobbe. E Gesù, affaticato dal cammino, sedeva così presso il pozzo; era circa l’ora sesta. 7 Una donna di Samaria venne per attingere l’acqua. E Gesù le disse: «Dammi da bere», 8 perché i suoi discepoli erano andati in città a comperare del cibo. 9 Ma la donna samaritana gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» (Infatti i Giudei non hanno rapporti con i Samaritani). 10 Gesù rispose e le disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva». 11 La donna gli disse: «Signore, tu non hai neppure un secchio per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?». 13 Gesù rispose e le disse: «Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancora sete, 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna». 15 La donna gli disse: «Signore, dammi quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più qui ad attingere». 16 Gesù le disse: «Va’ a chiamare tuo marito e torna qui». 17 La donna rispose e gli disse: «Io non ho marito». Gesù le disse: «Hai detto bene: “Non ho marito”, 18 perché tu hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto la verità». 19 La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove si deve adorare». 21 Gesù le disse: «Donna, credimi: l’ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. 24 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». 25 La donna gli disse: «Io so che il Messia, che è chiamato Cristo, deve venire; quando sarà venuto lui ci annunzierà ogni cosa». 26 Gesù le disse: «Io sono, colui che ti parla».

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Cosa è cambiato?

Luca 24:36-39
36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 37 Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. 38 Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io»

Atti 2:1-4,14:17-5,6
1 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. 2 Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. 3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. 4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.14 Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e ascoltate attentamente le mie parole. 5 Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro alcuni uomini malvagi tra la gente di piazza; e, raccolta quella plebaglia, misero in subbuglio la città; e, assalita la casa di Giasone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo. 6 Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli davanti ai magistrati della città, gridando: «Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo, sono venuti anche qui,

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Un naufragio inaspettato

Marco 4:35-39
35 In quello stesso giorno, alla sera, Gesù disse loro: «Passiamo all’altra riva». 36 E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano delle altre barche con lui. 37 Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. 38 Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che noi moriamo?» 39 Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia.

Giona 1:1-12/2:1-11/3:1-4,10
1 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini:
2 «Àlzati, va’ a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me».
3 Ma Giona si mise in viaggio per fuggire a Tarsis, lontano dalla presenza del SIGNORE. Scese a Iafo, dove trovò una nave diretta a Tarsis e, pagato il prezzo del suo viaggio, si imbarcò per andare con loro a Tarsis, lontano dalla presenza del SIGNORE.4 Il SIGNORE scatenò un gran vento sul mare, e vi fu sul mare una tempesta così forte che la nave era sul punto di sfasciarsi. 5 I marinai ebbero paura e invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono a mare il carico di bordo, per alleggerire la nave. Giona, invece, era sceso in fondo alla nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai qui? Dormi? Àlzati, invoca il tuo dio! Forse egli si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l’un l’altro: «Venite, tiriamo a sorte e sapremo per causa di chi ci capita questa disgrazia». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona.
8 Allora gli dissero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci capita questa disgrazia! Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?» 9 Egli rispose loro: «Sono Ebreo e temo il SIGNORE, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli domandarono: «Perché hai fatto questo?» Quegli uomini infatti sapevano che egli fuggiva lontano dalla presenza del SIGNORE, perché egli li aveva messi al corrente della cosa. 11 Poi gli dissero: «Che dobbiamo fare di te perché il mare si calmi per noi?» Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose: «Prendetemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa gran tempesta vi piomba addosso per causa mia». 1 Il SIGNORE fece venire un gran pesce per inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
2 Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio, e disse:
3 «Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia,
ed egli mi ha risposto;
dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato
e tu hai udito la mia voce.
4 Tu mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare;
la corrente mi ha circondato,
tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi hanno travolto.
5 Io dicevo: “Sono cacciato lontano dal tuo sguardo!
Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?”
6 Le acque mi hanno sommerso;
l’abisso mi ha inghiottito;
le alghe si sono attorcigliate alla mia testa.
7 Sono sprofondato fino alle radici dei monti;
la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre;
ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa,
o SIGNORE, mio Dio!
8 Quando la vita veniva meno in me,
io mi sono ricordato del SIGNORE
e la mia preghiera è giunta fino a te,
nel tuo tempio santo.
9 Quelli che onorano gli idoli vani
allontanano da sé la grazia;
10 ma io ti offrirò sacrifici, con canti di lode;
adempirò i voti che ho fatto.
La salvezza viene dal SIGNORE».
11 E il SIGNORE diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma. 1 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini:
2 «Àlzati, va’ a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando». 3 Giona partì e andò a Ninive, come il SIGNORE aveva ordinato. Ninive era una città grande davanti a Dio; ci volevano tre giorni di cammino per attraversarla. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!» 10 Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece.

Marco Puorto: Ascolta la predicazione.

Sulla strada del dovere… le sfide

Matteo 14:22-27
22 Subito dopo, Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, mentre egli avrebbe congedato la gente. 23 Dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo.
24 Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario. 25 Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. 26 E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!» E dalla paura gridarono. 27 Ma subito Gesù parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!»

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Quando il rumore si abbassa

1 Re 19:11-13
11 Iddio gli disse: ‘Esci fuori e fermati sul monte, dinanzi all’Eterno’. Ed ecco passava l’Eterno. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce dinanzi all’Eterno, ma l’Eterno non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma l’Eterno non era nel terremoto. 12 E, dopo il terremoto, un fuoco; ma l’Eterno non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un suono dolce e sommesso. 13 Come Elia l’ebbe udito, si coperse il volto col mantello, uscì fuori, e si fermò all’ingresso della spelonca; ed ecco che una voce giunse fino a lui, e disse: ‘Che fai tu qui, Elia?’

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Esortazione

Filippesi 2:1-4
1 Se dunque v’è qualche consolazione in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. 3 Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, 4 cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Vedere la gloria per essere gloria

Esodo 3:18-23
18 Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» 19 Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». 20 Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere». 21 E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; 22 mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Effetto chiarezza

Giovanni 5:5-8
5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Come stanno le cose?

Atti 17:10-15
10 Ma i fratelli subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, appena giunti, si recarono nella sinagoga dei Giudei. 11 Ora questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Ansia o Adorazione?

Genesi 22:1-5
1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: «Abraamo!» Egli rispose: «Eccomi». 2 E Dio disse: «Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va’ nel paese di Moria, e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò».
3 Abraamo si alzò la mattina di buon’ora, sellò il suo asino, prese con sé due suoi servi e suo figlio Isacco, spaccò della legna per l’olocausto, poi partì verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
4 Il terzo giorno, Abraamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo. 5 Allora Abraamo disse ai suoi servi: «Rimanete qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi torneremo da voi».

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

E’ anche il mio grido

Marco 15:33-37
33 Venuta l’ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese, fino all’ora nona. 34 All’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì lamà sabactàni?» che, tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato35 Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Chiama Elia!» 36 Uno di loro corse e, dopo aver inzuppato d’aceto una spugna, la pose in cima a una canna e gli diede da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se Elia viene a farlo scendere».
37 Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Strano ma vero

Matteo 10:2-4
2 I nomi dei dodici apostoli sono questi:
il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; 3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d’Alfeo e Taddeo; 4 Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, quello stesso che poi lo tradì.
5 Questi sono i dodici che Gesù mandò, dando loro queste istruzioni:

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

La benedizione che non ti aspetti

Genesi 42:25-28
25 Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E così fu fatto. 26 Essi caricarono il loro grano sui loro asini e partirono.
27 Or uno di essi aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide il suo denaro alla bocca del sacco; 28 egli disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito, eccolo qui nel mio sacco». Allora si sentirono mancare il cuore e, tremando, dicevano l’uno all’altro: «Che cos’è mai questo che Dio ci ha fatto?»

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Soluzione, Prevenzione, Posizione

1 Samuele 1-20
1:1 C’era un uomo di Ramataim-Sofim, della regione montuosa di Efraim, che si chiamava Elcana, figlio di Ieroam, figlio di Eliù, figlio di Toù, figlio di Suf, efraimita. 2 Aveva due mogli: una di nome Anna e l’altra di nome Peninna. Peninna aveva dei figli, ma Anna non ne aveva. 3 Quest’uomo, ogni anno, saliva dalla sua città per andare ad adorare il SIGNORE degli eserciti e offrirgli dei sacrifici a Silo; e là c’erano i due figli di Eli, Ofni e Fineas, sacerdoti del SIGNORE.
4 Nel giorno in cui Elcana offrì il sacrificio diede a Peninna, sua moglie, e a tutti i figli e a tutte le figlie di lei le loro parti; 5 ma ad Anna diede una parte doppia, perché amava Anna, benché il SIGNORE l’avesse fatta sterile. 6 La rivale mortificava continuamente Anna per amareggiarla perché il SIGNORE l’aveva fatta sterile. 7 Così avveniva ogni anno; ogni volta che Anna saliva alla casa del SIGNORE, Peninna la mortificava a quel modo; perciò lei piangeva e non mangiava più. 8 Elcana, suo marito, le diceva: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Per te io non valgo forse più di dieci figli?»

9 Dopo che ebbero mangiato e bevuto a Silo, Anna si alzò. Il sacerdote Eli stava in quell’ora seduto sulla sua sedia all’entrata del tempio del SIGNORE. 10 Lei aveva l’anima piena di amarezza e pregò il SIGNORE piangendo dirottamente. 11 Fece un voto e disse: «O SIGNORE degli eserciti, se hai riguardo all’afflizione della tua serva e ti ricordi di me, se non dimentichi la tua serva e dai alla tua serva un figlio maschio, io lo consacrerò al SIGNORE per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sulla sua testa». 12 La sua preghiera davanti al SIGNORE si prolungava, ed Eli osservava la bocca di lei. 13 Anna parlava in cuor suo e si movevano soltanto le sue labbra, ma non si sentiva la sua voce; perciò Eli credette che fosse ubriaca 14 e le disse: «Quanto durerà questa tua ubriachezza? Va’ a smaltire il tuo vino!» 15 Ma Anna rispose e disse: «No, mio signore, io sono una donna tribolata nello spirito e non ho bevuto vino né bevanda alcolica, ma stavo solo aprendo il mio cuore davanti al SIGNORE. 16 Non prendere la tua serva per una donna da nulla; perché l’eccesso del mio dolore e della mia tristezza mi ha fatto parlare fino ad ora». 17 Ed Eli replicò: «Va’ in pace e il Dio d’Israele esaudisca la preghiera che gli hai rivolta!» 18 Lei rispose: «Possa la tua serva trovare grazia agli occhi tuoi!» Così la donna se ne andò per la sua via, mangiò, e il suo aspetto non fu più quello di prima. 19 L’indomani lei e suo marito si alzarono di buon’ora e si prostrarono davanti al SIGNORE; poi partirono e ritornarono a casa loro, a Rama.

Elcana si unì ad Anna, sua moglie, e il SIGNORE si ricordò di lei. 20 Nel corso dell’anno, Anna concepì e partorì un figlio, che chiamò Samuele; perché disse, l’ho chiesto al SIGNORE.
21 E quell’uomo, Elcana, salì con tutta la sua famiglia per andare a offrire al SIGNORE il sacrificio annuo e a sciogliere il suo voto. 22 Ma Anna non salì, perché disse a suo marito: «Io non salirò finché il bambino non sia divezzato; allora lo condurrò, perché sia presentato davanti al SIGNORE e rimanga là per sempre». 23 Elcana, suo marito, le rispose: «Fa’ come ti sembra bene; rimani finché tu lo abbia divezzato, purché il SIGNORE adempia la sua parola!» Così la donna rimase a casa, e allattò suo figlio fino al momento di divezzarlo.
24 Quando lo ebbe divezzato, lo condusse con sé e prese tre torelli, un efa di farina e un otre di vino; e lo condusse nella casa del SIGNORE a Silo. Il bambino era ancora molto piccolo. 25 Elcana e Anna sacrificarono il torello e condussero il bambino a Eli. 26 Anna gli disse: «Mio signore! com’è vero che tu vivi, o mio signore, io sono quella donna che stava qui vicina a te, a pregare il SIGNORE. 27 Pregai per avere questo bambino; il SIGNORE mi ha concesso quel che io gli avevo domandato. 28 Perciò anch’io lo dono al SIGNORE; finché vivrà, egli sarà donato al SIGNORE». E si prostrò là davanti al SIGNORE.

Luigi Cangianiello: Ascolta la predicazione.

E’ evidente solo a Gesù

Giovanni 9:1-7
1 Passando vide un uomo, che era cieco fin dalla nascita. 2 I suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» 3 Gesù rispose: «Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui. 4 Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare. 5 Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo».
6 Detto questo, sputò in terra, fece del fango con la saliva, gli spalmò il fango sugli occhi, 7 e gli disse: «Va’, làvati nella vasca di Siloe» (che significa «mandato»). Egli dunque andò, si lavò, e tornò che ci vedeva.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Lettera da un amico

Apocalisse 3:1-6
1 «All’angelo della chiesa di Sardi scrivi:
Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle:
“Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere, ma sei morto. 2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricòrdati dunque di quello che hai ricevuto e ascoltato, serbalo e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò da te. 4 Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.
5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.
6 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Un tiro d’arco

Genesi 21:14-21
14 Abraamo si alzò la mattina di buon’ora, prese del pane e un otre d’acqua e li diede ad Agar, mettendoglieli sulle spalle con il bambino, e la mandò via. Lei se ne andò e vagava per il deserto di Beer-Sceba. 15 Quando l’acqua dell’otre finì, lei mise il bambino sotto un arboscello. 16 E andò a sedersi di fronte, a distanza di un tiro d’arco, perché diceva: «Che io non veda morire il bambino!» E seduta così di fronte, alzò la voce e pianse. 17 Dio udì la voce del ragazzo e l’angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del ragazzo là dov’è. 18 Àlzati, prendi il ragazzo e tienilo per mano, perché io farò di lui una grande nazione». 19 Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d’acqua e andò, riempì d’acqua l’otre e diede da bere al ragazzo. 20 Dio fu con il ragazzo; egli crebbe, abitò nel deserto e divenne un tiratore d’arco. 21 Egli si stabilì nel deserto di Paran e sua madre gli prese per moglie una donna del paese d’Egitto.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Distruggere le fortezze del nemico

La meravigliosa promessa di Dio per te nella tua prova

In Michea 7, il profeta rilascia un messaggio profetico a Israele – un messaggio che si applica ai credenti affamati spiritualmente che ci sono oggi nel mondo. Michea inizia la sua profezia con un grido che parte da un cuore rotto: “Ahimè! … non c’è più grappolo da mangiare” (Michea 7:1).

Michea stava descrivendo l’effetto di una carestia in Israele – una carestia sia di cibo che della Parola di Dio. Il suo messaggio fa eco alle parole di una precedente profezia di Amos: “Ecco, vengono i giorni», dice il Signore, DIO, «in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la parola del SIGNORE. Allora, vagando da un mare all’altro, dal settentrione al levante, correranno qua e là in cerca della parola del SIGNORE, ma non la troveranno.” (Amos 8:11-12)

Michea parla anche per il popolo affamato di oggi: la chiesa di Gesù Cristo. Nella sua profezia Michea ha previsto la moltitudine di persone che corre di luogo in luogo, cercando di udire una vera parola da parte Dio. Immaginava i credenti aggirarsi freneticamente di chiesa in chiesa, tutto per soddisfare una fame di cibo per nutrire la propria anima. Ed il grido che si ode ancora è: “Ahimè, non c’è più grappolo!”

Il mio cuore si rivolge ad ogni persona che è stata incastrata da un evangelo contemporaneo incruento e senza potenza.

Non sono mai stati messi di fronte ai propri peccati o non hanno udito quella parola di verità convincente che produrrebbe in loro il carattere di Cristo. Per costruire la loro casa spirituale non è mai stato dato loro altro che legno, fieno e stoppia. E quando saranno chiamati di fronte a Gesù, tutto ciò che avranno costruito sopra il loro fondamento brucerà.

La carestia spirituale di Israele non sarebbe potuta accadere in un tempo peggiore: la più alta decadenza morale della nazione. Il tempo era maturo per una giusta testimonianza e un rimprovero amorevole ai capi della nazione per i loro peccati. Eppure, proprio nel momento in cui ciò avveniva, la chiesa stava diventando più mondana: “L’uomo pio è scomparso dalla terra; non c’è più gente retta fra gli uomini; tutti stanno in agguato per spargere il sangue, ognuno dà la caccia con la rete a suo fratello.” (Michea 7:2).

Il messaggio di Michea rispecchia i titoli odierni. Le persone non credono più ai loro leader, al loro modo di governare, al loro sistema giudiziario. Non hanno fiducia nei loro datori di lavoro, colleghi, amici o religione. C’è un crollo di fiducia in tutti i livelli della società. Come risultato si ha che ognuno pensa solo a sé stesso. Non sentiamo più: “Come posso aiutarti? Come posso contribuire?” invece il grido è: “Cosa c’è per me?”

Eppure Michea aveva distolto lo sguardo da tutta la decadenza e avidità della società, tutto lo sviamento e compromesso da parte della chiesa: “Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il SIGNORE, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà.” (Michea 7:7). Essenzialmente stava dicendo ad Israele: “Si la depravazione sta affliggendo l’anima della nostra nazione, causando rovina e decadenza. Ma in definitiva, la nostra attenzione non è sulla terribile condizione della società. Una vera sentinella non si limita a mettere in guardia dalla spada, ma proclama anche le promesse di Dio. Nel mezzo del caos, vuole che il suo santo residuo conosca quello che il suo cuore ha per loro”.

La stessa cosa è vera anche oggi. Gli occhi di Dio non sono focalizzati sulla rovina della società o della chiesa, …. sono preoccupati con il vero focus del portavoce di Dio, facendo eco alle esortazioni dei profeti: “Volgete i vostri occhi verso il Signore, cercate la Sua faccia, confidate in Lui. Egli vi sosterrà e soddisferà tutti i vostri bisogni”.

Le promesse che Michea comincia a rivelare a questo punto sembrano troppo incredibili per essere vere, ma tutte quante vanno considerate per la chiesa di Cristo del tempo presente. Michea 7:14 afferma: “Pasci il tuo popolo con la tua verga, il gregge della tua eredità che sta solitario nella foresta”. Questo pastore che viene qui chiamato in causa può essere soltanto Cristo: “Or il Dio della pace che in virtù del sangue del patto eterno ha tratto dai morti il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù”. (Ebrei 13:20). Michea sta profetizzando che Gesù sarebbe venuto sulla terra come pastore e avrebbe nutrito il gregge. Per coloro che si volgono a Lui in fede e credono non ci sarà mai più carestia.

Cosa ci dice questo sull’attuale carestia? Ci dice che non possiamo sempre incolpare della nostra mancanza di pane le chiese morte o i pastori indifferenti. Se ci volgiamo a Gesù, egli ha promesso di cibarci. Questo impegno è buono persino per chi vive in luoghi solitari, dove può non esserci una chiesa: “che sta solitario nella foresta” (Michea 7:14).

Michea 7:15 contiene una delle più gloriose promesse di Dio al Suo popolo.

“Come nei giorni in cui uscisti dal paese d’Egitto, io ti farò vedere cose meravigliose” (Michea 7:15). Questo si riferisce al miracolo che Dio fece per Israele sul Mar Rosso. In altre parole, Dio ci sta dicendo: “Per anni avete udito sermoni sul grande miracolo che io ho compiuto per il mio popolo. Eppure, per quanto meravigliosa fu la liberazione, essa non era altro che un tipo, un’ombra. Io voglio fare per voi una cosa totalmente nuova.”

In questo momento potresti trovarti in un deserto spirituale, affrontando la potenza di Satana. Puoi sentire la sua armata di entità demoniache rimbombare verso di te e proprio come gli israeliti erano senza aiuto contro i loro nemici, tu sei senza aiuto contro i tuoi. Eppure, sicuramente come Dio aprì le acque del Mar Rosso, permettendo al popolo d’Israele di camminare su terra asciutta, Egli sta per aprire il tuo mare in modo soprannaturale. Stai per camminare sopra qualunque legame che il nemico ha messo su di te, tutta la sua opposizione spirituale. E tu non avrai più alcun motivo per temerlo.

Michea profetizzò: “Le nazioni lo vedranno e saranno confuse, nonostante tutta la loro potenza; si metteranno la mano sulla bocca e le loro orecchie saranno assordate.” (Michea 7:16). Michea ci sta dicendo: “La tua liberazione del Mar Rosso zittirà le bugie di Satana. Dovrà ‘coprirsi la bocca’ per lo sgomento mentre lo Spirito di Dio si muove in te”. Non devi più credere alle accuse del nemico contro di te. Invece le sue potenze demoniache finiranno totalmente confuse.

Molti cristiani citano 2 Corinzi 10:3-4: “In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze”. Molti di noi pensano che tali fortezze siano legami come peccati sessuali, droga, alcolismo, peccati esteriori che mettiamo al vertice della nostra lista dei “peccati peggiori”. Ma Paolo si sta riferendo a qualcosa di…. peggio che alla nostra natura umana del peccato.

Una fortezza è un’accusa piantata fermamente nella tua mente. Satana costruisce fortezze nel popolo di Dio impiantando bugie nelle loro menti, falsità e pregiudizi sulla natura di Dio. Può insinuare in te la bugia che non sei spirituale, sussurrandoti ripetutamente: “Tu non sarai mai libero dal tuo peccato che ti tormenta. Sei un ipocrita, perché la tua mente è ancora piena di pensieri malvagi. Tu non sei cambiato. Ora Dio ha perso la pazienza con te. Non sei degno di ricevere nulla in più della Sua grazia”. Oppure cercherà di distruggere il tuo matrimonio dicendo: “Non puoi più sopportare questa relazione a meno che il tuo coniuge non cambi”.

Se stai ad ascoltare le sue bugie, non ci metterai molto a credere che siano cose vere. Una volta che comincerai a fare ragionamenti pieni di malvagità, questi diventeranno parte della tua mente e del tuo cuore e poi diventeranno inespugnabili. Questo permette a Satana di avere potere su di te attraverso la tua vita. Non ha bisogno di possedere il tuo corpo; tutto ciò di cui ha bisogno è un varco nella tua mente, per potervi iniettare bugie che costantemente torcono e rigirano i tuoi pensieri, tormentandoti.

Non possiamo buttare giù queste fortezze soltanto con le preghiere. La sola arma che spaventa Satana e le sue orde è la stessa che lo spaventò durante la tentazione di Gesù nel deserto: la vivente Parola di Dio. Soltanto la verità del Signore può renderci liberi. Egli ha promesso di essere Dio per noi e di renderci puri, perdonarci e spazzare via ogni nostro peccato, di riempirci con lo Spirito, condurci, istruirci e guidarci tramite il Suo Spirito e di mettere in noi tutta la potenza di cui abbiamo bisogno per camminare in santità e obbedienza.

Secondo Michea questa è la promessa alla quale aggrapparci: “Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità? Egli non serba la sua ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia. Egli tornerà ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati.” (Michea 7:18-19)

Non dobbiamo sottomettere i nostri peccati; Dio lo farà.

… Lui avrà compassione di noi calpestando sotto i Suoi piedi le nostre iniquità, gettandole nel mare affinché non siano usate mai più contro di noi. Immaginate i figli d’Israele, guardare tutti quei soldati egiziani scomparire dentro le acque per sempre. Ora il Signore ci sta dicendo: “Questi sono i tuoi peccati, e tu stai per vederli affogare nel fondo del mare. Li ho lavati via per sempre”. Se tu confidi in queste promesse Dio promette che il tuo nemico sarà disperso davanti ai tuoi occhi.

“Leccheranno la polvere come il serpente, come gli animali che strisciano sulla terra. Usciranno spaventate dai loro ripari, verranno tremanti al SIGNORE, nostro Dio, e avranno timore di te.” (Michea 7:17). Gli “animali che strisciano sulla terra” qui ha il significato, figurativamente, di “paure serpeggianti”. Esse si riferiscono alle paure insinuate in noi da Satana, le accuse innestate nella mente. Dio dice che strisceranno fuori dai loro buchi spaventati dalla paura.

Cosa significa? Semplicemente che quando stai fermo nelle Sue promesse, ogni potere demoniaco si divincolerà dalla sua fortezza per paura dell’onnipotente Dio. In aggiunta il diavolo e la sua armata “verranno tremanti al SIGNORE, nostro Dio, e avranno timore di te”. Non devi avere più paura del diavolo, sarà lui ad avere timore di te! Avrà paura di ogni credente che segue le promesse dell’onnipotente Liberatore.

Dio è fedele nell’adempiere le Sue promesse, per far fuggire da noi ogni nemico, proprio ora le tue tentazioni, abitudini e i peccati che ti affliggono possono sembrarti degli sbarramenti impossibili da superare di fronte a te, ma il Signore ti promette di liberarti, per la Sua gloria. Egli è fedele nel mantenere la Sue Promesse.

Rendi tua questa preghiera: “Dio, hai promesso con giuramento di essere il mio Signore. Hai detto che mi avresti dato una esperienza del Mar Rosso. Hai anche detto che il diavolo che il diavolo si sarebbe coperto la bocca con le proprie mani, non potendo più accusarmi con le sue bugie. Io rimango fermo nelle Tue promesse Padre. Liberami e glorifica il Tuo nome nella mia vita”.

Amen!
di: David Wilkerson

La chiave che soddisfa i desideri

2 Re 2:1-6
2:1 Quando il SIGNORE volle rapire in cielo Elia in un turbine, Elia se ne andò da Ghilgal con Eliseo. 2 Elia disse a Eliseo: «Fèrmati qui, ti prego, perché il SIGNORE mi manda fino a Betel». Ma Eliseo rispose: «Com’è vero che il SIGNORE vive, e che tu vivi, io non ti lascerò». Così scesero a Betel. 3 I discepoli dei profeti che erano a Betel andarono a trovare Eliseo, e gli dissero: «Sai che il SIGNORE quest’oggi rapirà in alto il tuo signore?» Egli rispose: «Sì, lo so; tacete!» 4 Elia gli disse: «Eliseo, fèrmati qui, ti prego, perché il SIGNORE mi manda a Gerico». Quegli rispose: «Com’è vero che il SIGNORE vive, e che tu vivi, io non ti lascerò». Così se ne andarono a Gerico. 5 I discepoli dei profeti che erano a Gerico si avvicinarono a Eliseo, e gli dissero: «Sai che il SIGNORE quest’oggi rapirà in alto il tuo signore?» Egli rispose: «Sì, lo so; tacete!» 6 Ed Elia gli disse: «Fèrmati qui, ti prego, perché il SIGNORE mi manda al Giordano». Egli rispose: «Com’è vero che il SIGNORE vive, e che tu vivi, io non ti lascerò». E proseguirono il cammino insieme. 7 Cinquanta discepoli dei profeti andarono dietro a loro e si fermarono di fronte al Giordano, da lontano, mentre Elia ed Eliseo si fermarono sulla riva del Giordano. 8 Allora Elia prese il suo mantello, lo arrotolò e percosse le acque, le quali si divisero in due. Così attraversarono il fiume a piedi asciutti.
9 Quando furono passati, Elia disse a Eliseo: «Chiedi quello che vuoi che io faccia per te, prima che io ti sia tolto». Eliseo rispose: «Ti prego, mi sia data una parte doppia del tuo spirito!» 10 Elia disse: «Tu domandi una cosa difficile; tuttavia, se mi vedi quando io ti sarò rapito, ti sarà dato quello che chiedi; ma, se non mi vedi, non ti sarà dato».
11 Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand’ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

E’certo

Ebrei 13:5-6
5 La vostra condotta non sia dominata dall’amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». 6 Così noi possiamo dire con piena fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto; non temerò.
Che cosa potrà farmi l’uomo

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Non sei solo, non siamo soli

Marco 14:3-9
3 Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso; mentre egli era a tavola entrò una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore; rotto l’alabastro, gli versò l’olio sul capo. 4 Alcuni, indignatisi, dicevano tra di loro: «Perché si è fatto questo spreco d’olio? 5 Si poteva vendere quest’olio per più di trecento denari, e darli ai poveri». Ed erano irritati contro di lei. 6 Ma Gesù disse: «Lasciatela stare! Perché le date noia? Ha fatto un’azione buona verso di me. 7 Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene; ma me non mi avete per sempre. 8 Lei ha fatto ciò che poteva; ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura. 9 In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei».

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

Non farti del male

Atti 16:23-4
23 E, dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvegliarli attentamente. 24 Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi. 25 Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano. 26 A un tratto vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si spezzarono. 27 Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui». 29 Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; 30 poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?» 31 Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia». 32 Poi annunciarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa sua. 33 Ed egli li prese con sé in quella stessa ora della notte, lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi. 34 Poi li fece salire in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

Gennaro Rosato: Ascolta la predicazione.

15 – 08 – 2018 Seconda Parte

Ti presento una parte di me, quella palesata dopo questa data

Ed eccomi finalmente a parlarti del mio Gesù. Scrivere del mio passato mi ha fatto rivivere brutti ricordi, ma mi ha ricordato ancora di più l’opera di trasformazione che Gesù ha compiuto nella mia vita.Se hai letto ciò che ho scritto nella prima parte, saprai che molte cose non ho potuto raccontarle: andavano ben oltre e avrebbero toccato profondamente la mia dignità. Ci sono aspetti della mia vita che conosce solo il mio Signore, e non importa che altri li conoscano. Ti ho mostrato, dentro e fuori, quello che ero. Ora però voglio raccontarti ciò che Gesù ha fatto per me in quella notte tra il 14 e il 15 agosto 2018.
Nella prima parte ti ho raccontato che avevo ascoltato una testimonianza su Radio Evangelo che parlava di un miracolo compiuto dal Signore. Sentii che forse c’era ancora speranza anche per me, ma c’era un problema: non sapevo come avvicinarmi a Dio, né come farlo, né come chiedergli perdono per ciò che avevo fatto. Non ero pentito per quello che avevo fatto, non provavo alcun rimorso in quel momento; c’era solo un’opportunità che volevo cogliere, perché mi trovavo in un abisso mentale, spirituale e fisico. Mi venne un’idea, che forse ti farà sorridere: andai su internet e scrissi “Come chiedere a Dio il perdono dei miei peccati”.
Trovai una predicazione online, attesi la notte fonda, in modo che nessuno potesse disturbarmi, e iniziai ad ascoltare.Il mio cuore batteva forte, ero attentissimo e non sapevo cosa mi aspettasse, ma sentivo dentro di me che qualcosa poteva cambiare. Da piccolo avevo visto i miracoli di Dio, li avevo visti anche nella mia casa. Non pensavo nemmeno che Dio mi odiasse (cosa che invece pensavo negli anni precedenti), né che fossi indegno di ascoltarlo; non sentii muri. Ricordo solo che era come se qualcuno mi invitasse ad ascoltare. I miei pensieri non riuscivano a distrarmi (non credevo nella Bibbia), non riuscivo a pensare a nulla tranne che a quello che ascoltavo: volevo solo capire come chiedere perdono a Dio e ottenere il miracolo. Tuttavia, quando iniziai ad ascoltare quella predicazione, accadde qualcosa di inaspettato:
Il fratello che predicava iniziò a meditare su alcuni passi della Bibbia, addirittura rifletteva su cose che io avevo sempre contestato a Dio, e dava spiegazioni che non avevo mai ricevuto, e le dava attraverso la Parola di Dio. Era come se il mio cuore venisse letto: tante domande e contestazioni che avevo fatto e volevo fare a Dio negli anni, quella sera finalmente avevano una risposta, e non era una risposta approssimativa, ipocrita o di circostanza. Erano risposte che sentivo dentro di me essere vere. Ricordo che, mentre ascoltavo la predicazione, dicevo rivolgendomi a Dio: “Hai ragione”. Mi resi conto che io non avevo mai conosciuto Dio attraverso le scritture.
Mentre la predicazione stava per finire, in un attimo sentii nel mio cuore come se qualcosa fosse cambiato, come se si fosse accesa una lampadina. Sentii la coscienza dentro di me vivere, mi resi conto di aver peccato gravemente contro Dio, mi sentivo indegno, ma non come quella mattina: era una sensazione di vergogna, di pesantezza che provavo nell’anima come se un forte carico di cui io mi dovevo liberare mi stringesse. In un attimo, non solo credetti in Dio e in Suo Figlio Gesù Cristo, ma mi sentii profondamente prostrato interiormente; tutti i peccati che avevo commesso contro Dio e contro gli uomini erano diventati un peso enorme che io dovevo confessare. Quella sera credetti anche alle virgole della Parola di Dio. Sentii un calore dentro di me, un impulso forte a inginocchiarmi sul mio letto e a chiedere perdono: volevo fare pace con Dio, lo volevo assolutamente tornare a Dio quella sera e non mi importò nulla della mia malattia (che era diventata invalidante), volevo solo chiedere perdono e lo feci di cuore; non era un sentimento che veniva dalla mente, ma dal cuore. Non avevo mai chiesto perdono in quel modo. Non mi ero mai umiliato così profondamente nel cuore.
Iniziai a piangere a dirotto, qualcosa dentro di me si ruppe, provai una sensazione di tranquillità come se fossi tornato a casa. Iniziai a confessare a Dio i peccati che sentivo di dovergli dire e non mi nascondevo, lasciavo che quel fiume di melma che raccontavo a Dio uscisse da me. Gli mostrai le mie fragilità, i miei perché, ma gli confessavo i miei peccati: quello che pesava lo davo a lui. Quella sera io non chiesi minimamente a Dio di essere guarito nel corpo, per la prima volta trattai Dio nella mia vita in un modo totalmente diverso. Il peso del peccato e il suo perdono, era superiore al bisogno che avevo di essere guarito nel corpo.
Il giorno dopo, appena mi alzai dal letto, dentro di me presi una decisione e la depositai nel mio cuore dicendomi: “Io mi volgerò a Dio”. Senza che nessuno mi dicesse nulla, iniziai a togliere anelli, orecchini, bracciali e vi assicuro che tutta la roba che avevo addosso non era poca anzi e ogni cosa che indossavo per me era una parte di me che io stavo gettando via. Non mi rispecchiavano più quei ricordi, qualcosa in me era totalmente cambiato.
Dopo un po’, a poco a poco, tagliai anche la mia lunga chioma che avevo iniziato a far crescere da quando avevo 15 anni e questo per obbedire al verso (1 Corinzi 11:14: “La natura stessa non vi insegna che, se l’uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore?”).
Continuai a chiedere a Dio perdono per tutti i miei peccati, anche quelli che mi mettevano a disagio, quelli che avrei voluto nascondergli, quelli che mi facevano tremare il cuore. Provavo rossore sul viso, non riuscivo a dirli con semplicità ma lo feci e quando lo facevo era come se gettassi via una pietra.
Da lì iniziai a ravvedermi. Quello che facevo prima non lo facevo più com’e’ scritto
2Cor 5:17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
Fino alla sera prima io ero un fornicatore, un adultero, un oltraggiatore, un ladro, un bugiardo, un egoista, un iracondo, un superbo e tante altre cose ma Dio mi liberò. Era come se queste cose non mi comandassero più. Io potevo decidere se farle o no, non mi soffocavano più, provavo disgusto per queste cose.

La prima cosa che feci fu cambiare i nickname, le email, togliere ogni cosa che mi levava a demoni o a riferimenti all’occulto. Non dissi a nessuno della mia conversione, non sentivo di farlo ancora, Dio mi stava ancora lavorando: al momento era solo una cosa personale, un incontro personale.  All’esterno vi posso dire che (come mi fu detto) qualcosa si capiva che in me era cambiato. Il mio migliore amico stesso mi confessò successivamente. Io capii che in te qualcosa era cambiato. Aspettavo con ansia la notte per ascoltare una predicazione, per capire cosa fare, volevo conoscere a fondo Dio e ogni notte, dopo aver ascoltato la predicazione e pregato, dormivo sereno come un bimbo.

Dopo la mia conversione
Da un lato c’era la grande felicità di aver trovato Dio nella mia vita; dall’altro, c’era la mia vecchia esistenza, fatta di intrallazzi, storie parallele, persone che avevo ingannato, persone con cui parlavo e che non sapevano ciò che facevo alle loro spalle, il mondo dell’occulto, legami e altro ancora. Da una parte c’era tutto questo, ma dall’altra avevo realizzato qualcosa dentro di me e non mi sentivo più solo, né provavo più quella distruzione interiore. La notte, quando mi mettevo in preghiera, tremavo di felicità: il mio cuore era pieno di gioia, avevo un santo timore di Dio, mi sentivo come un ragazzino e mi chiedevo: “Ma come, proprio io sto parlando con Colui che ha creato la terra, l’universo?”. Sentivo per la prima volta nella vita di parlare con Dio come se fosse un dialogo a tu per tu. Mi sentivo davvero legato a Lui e sentivo davvero che c’era qualcuno di reale, il mio spirito me lo attestava anche se non potevo vedere io potevo sentire ma lo sapevo per certo, questa cosa andava oltre i miei ragionamenti.
Molti peccati che commettevo li abbandonai immediatamente, presi decisioni forti, iniziai a parlare di Gesù, e, con l’aiuto di Dio, cominciai a raccontare alle persone che mi erano vicine chi ero realmente e cosa avevo fatto e cosa aveva fatto Dio nella mia vita. Nessuno ci poteva credere, sembravano storditi più per le cose che avevo fatto per quello che mi era successo, perché vi assicuro che erano cose tremende; addirittura la mia migliore amica, che era una strega (e che dopo alcuni mesi conobbe anch’ella il Signore), rimase sconvolta (è l’unico termine che posso usare).
C’era chi non capiva, chi non voleva capire, chi ruppe i rapporti con me, chi provò ad approfittarne, ma non m’importava: iniziando a dire la verità, mi sentivo libero. C’era anche chi si sentiva giudicato dalle mie parole e addirittura iniziava a pensare che fosse una mia trovata: “Adesso vuole fare il santo” (così mi veniva detto alle spalle), e alcune persone cercarono anche di farmi cadere nel peccato senza riuscirci, perché io non sentivo più la forza del peccato dentro di me. Dio mi aveva anche liberato quella sera dal vizio del fumo, ripulì la mia bocca (non solo bestemmie ma anche la volgarità per la quale ero “famoso”). Dio mi tolse quell’impulso rabbioso che mi faceva scattare, venni liberato dalla pornografia e da molte altre cose. Tutto accadde in una sera.
Dicevo no al peccato e, più lo facevo, più il mio cuore esultava. Mi sentivo approvato da Dio. Naturalmente non fu facile: la fase iniziale della mia conversione fu molto intensa, ma Dio mi dava discernimento, forza, sentivo la Sua presenza e non sono mancati momenti molto difficili. Subii anche una rapina proprio all’uscita delle prove con il mio gruppo e vi posso assicurare che, per la prima volta, pregai per qualcuno che mi aveva fatto del male e perdonai di cuore.
Anche con la musica che ascoltavo tagliai i ponti: anche brani semplici che non offendevano il Signore, mi provocavano una sorta di repulsione interiore (e io ne rimanevo esterrefatto), soprattutto nei primi giorni. Ero abituato ad ascoltare musica quasi tutto il giorno, era un’abitudine, non ascoltavo più black come un tempo solo brani sporadici ma abbandonai del tutto quel mondo; provai ad ascoltare gruppi rock/metal evangelici, ma nulla: non mi attirava proprio, anzi quando vedevo le foto di questi gruppi mi stranivano e vedevo che non obbedivano alla parola. Me ne allontanai subito perchè non mi appartenevano. Fino a che iniziai ad ascoltare i canti antichi che ascoltavo da bambino, le melodie di lode, i cantici dell’innario e anche alcuni gruppi moderni che comunque davano gloria a Dio e al nome di Gesù (doveva esserci il nome di Gesù nei brani): il mio cuore esultava, il mio spirito gioiva e li capii che era quella la musica che avrei ascoltato.

Le prime vittorie in Cristo
Trovai una Bibbia in casa (una mia vecchia Bibbia di tanti anni fa) e iniziai a leggerla continuamente. Pregavo il Signore di aiutarmi a comprendere e non avevo paura nemmeno di leggere l’Antico Testamento, perché sapevo che era Parola di Dio. Dicevo: “La Bibbia ha due ali, una antica e una nuova, e per volare mi servono entrambe”.
Una sera lessi di un peccato che commettevo fin da bambino, un peccato che per me era impossibile vincere. Quando lessi che Gesù parlava di questo peccato:
Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Matteo 5:28
Tremavo dentro di me, perché mi chiedevo: “Come posso ubbidire a questo comandamento?”. Ma in ogni cosa, con semplicità, mi facevo forza perché c’era qualcosa dentro di me che mi faceva credere che per Dio ogni cosa era possibile. M’inginocchiavo, pregavo e, con fede, sapevo che Dio poteva fare ogni cosa. Mi legavo spesso a questi versi:
Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore? (Genesi 18:14)
E Gesù: “Dici: ‘Se puoi’?! Ogni cosa è possibile a chi crede” (Marco 9:23)
Dopo quella sera, Dio mi liberò anche da questo genere di pensieri che non mi dominarono più.
Poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva contro la conoscenza di Dio, e facciamo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo (2 Corinzi 10:5)
Quando leggevo la Bibbia, vedevo che ciò che era scritto non era un semplice racconto: quelle cose di cui parlavano Gesù e l’apostolo Paolo erano reali, non era solo un racconto, era qualcosa che io vivevo.
Il nemico, ovviamente, arrivò violentemente nella mia vita. Non avevo nessun fratello accanto che potesse aiutarmi, mi ero convertito con una preghiera nella mia stanza, scrissi al fratello che mi aveva evangelizzato e iniziai a frequentare qualche fratello online. Ma ben presto dovetti fare i conti con i peccati che avevo commesso, come è scritto:
“Ma, se non fate così, voi avrete peccato contro l’Eterno; e sappiate che il vostro peccato vi ritroverà.” (Numeri 32:23)
Avevo grandi combattimenti spirituali; alcuni fratelli che il Signore mi mise accanto all’epoca mi aiutarono. Addirittura trovai le stesse cose che mi accadevano in uno studio del fratello David Wilkerson (presenti anche in questo sito). Iniziai, senza saperne nulla, a vivere un vero e proprio combattimento spirituale. Non capivo cosa accadesse, perché pensavo che con Dio avrei risolto tutti i problemi e che non mi sarebbe accaduto più nulla. Invece iniziò un periodo turbolento che non comprendevo ma nello stesso tempo non mi lasciavo mai andare anzi Dio in preghiera mi dava sempre la sua presenza che per me era un ristoro e una pace continua.
Non avevo mai sentito parlare del buon combattimento nella mia vita, ma vedevo che combattevo con forza contro la mia carne, combattimenti nello spirito. Fu un periodo molto intenso, poi trovai questo verso nella Parola di Dio:
Carissimi, non vi stupite per l’incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. 1 Pietro 4:12
Più cose strane mi capitavano e più m’inginocchiavo, più cercavo Dio e più leggevo la Parola che mi leggeva dentro, li trovavo spiegazioni e conforto anche se spesso ho dovuto fare conto con il mio carattere complicato. Ho dovuto lottare anche contro il Signore perchè avevo una parte di me che era molto ostica, diffidente, calcolatrice. Ma la sua parola mi ha sempre guarito. Dio è stato ed è molto paziente con me, anche grazie a questo ho realizzato veramente il suo amore. Fu un periodo molto forte, soffrivo tantissimo ma non mollavo perchè trovavo sempre ristoro e rifugio in Dio.

Dopo queste cose, chiesi a Dio di guarirmi dalla malattia da cui ero afflitto e Lui istantaneamente mi guarì. Poi feci un sogno in cui Dio mi mise un forte peso nel cuore: distruggere tutto ciò che avevo ancora in mio possesso e che lo offendeva. Li avevo tolti, messi da parte, ma non avevo buttato nulla; ma Dio quella sera mi mise un forte peso sul cuore.
Presi i miei dischi, che erano un vero tesoro: avevo dischi di tiratura talmente limitata che avrei potuto comprare una macchina se ne avessi venduto qualcuno (copie ricercatissime tra i collezionisti). Avevo tutto materiale originale, anche autografato, pile di demo, materiali promozionali perché avevo scritto in passato nella prima webzine italiana (almeno la più importante dell’epoca) ed avevo avuto una fanzine dove intervistai anche i personaggi più sfuggenti come ildjarn, copie addirittura segnate con il sangue, dischi che oggi valgono cifre da capogiro. Presi anche i manga e, successivamente, i libri e li distrussi prima e poi li bruciai.
Poi mi separai dal mio gruppo, dove non mi sentivo più a mio agio. Non offendevamo il Signore, ma non era più quello il mio posto (poi compresi anche il perché).
Mi sono legato e sono ancora legato alla Sua Parola più di ogni altra cosa. Avrei permesso che mi togliessero tutto, tranne la Bibbia.
Salmo 119:105 La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.
Questo verso ha segnato la mia intera vita spirituale… Ho avuto alti e bassi, in questi 7 anni ho imparato a capire sempre di più Dio, ho intessuto un rapporto con Gesù.
All’inizio non sopportavo l’idea che Dio potesse leggermi il cuore perchè sentivo di non potermi nascondere da lui, ho avuto difficoltà a fidarmi di Lui in modo totale (nonostante quello che aveva fatto per me) è una cosa di cui dopo mi resi conto attraverso le predicazioni (nel blog c’e’ qualcosa). Ho avuto anche difficoltà a lasciarmi andare: sono sempre stato un calcolatore, ero vittima di amori malati e, benché Dio avesse mutato il mio cuore, comunque ha dovuto lavorare con pazienza e misericordia il mio cuore e continua a farlo. Il mio carattere quando emergeva io dovevo farlo lavorare al Signore. Se io non avessi perseverato nella sua parola, nella preghiera e non avessi avuto una comune adunanza io mi sarei smarrito.
Io volevo tutto e subito, in alcune cose Dio ha agito così, mi ha dato tutto e subito ma il problema è stato quando non avevo, lui mi ha lasciato “cuocere nel mio brodo” perchè li si palesavano aspetti che non erano ancora sottomessi a Dio e lui li conosceva molto bene.
Ho imparato a comprendere che, in alcuni aspetti della nostra vita, Dio ci costruisce pezzettino dopo pezzettino e ci attende. Quando non mi sentivo all’altezza e schiacciato dalla mia imperfezione, Dio mi rialzava con gioia e con amore. Non mi sono mai sentito umiliato da Dio, schiacciato o gettato via, anzi mi ha sempre permesso di accostarmi a lui anche se cadevo.
Il vuoto che avevo e che cercavo di riempire con amori malati e con il peccato non l’ho più sentito. Dicevo che io ero sempre stato felice quando ero immerso nel mondo ma non era vero, perché quando tutto si spegneva ed emergevano i pensieri c’era l’angoscia. La mia anima beveva sempre ad una fonte avvelenata e i piaceri del peccato placavano quella sete ma ero malato e più bevevo quell’acqua chiamata peccata e più mi ammalavo. Solo l’acqua pulita di Cristo mi guarì e non ebbi più bisogno di quell’acqua sporca.
Quando iniziai ad avere paura della morte (ne ho perlato nella prima parte) e mi dicevo: Dove andrò quando morirò? Non ci volevo credere ad un inferno ma sapevo che c’era. Dio spazzò via tutto questo e quando avevo paura (perché non ero diventato un super uomo anzi Dio mi ha lavorato proprio per non farmi dipendere più da me stesso anche perché dovevo realizzare questo verso che un caro fratello un giorno mi citò, perchè involontariamente io mettevo sempre troppo del mio e non lasciavo fare a Dio perchè ad un certo punto iniziai a legarmi verso di lui non come amico ma come servo:
Fa’ che io sappia quanto sono fragile. Salmo 39
Quel vuoto è stato riempito e non ho più bisogno (almeno per ora) di una persona accanto per sentirmi appagato, né ho bisogno di peccare; anzi, ora odio ciò che offende il Signore.

Come Satana cerca di farti cadere accecandoti
Io ho concluso questa testimonianza e qui ti lascio i miei ultimi pensieri e ti voglio parlare proprio di chi non vuole che io e te possiamo gustare i piaceri della grazia ma vuole farti continuare a bere acqua avvelenata (il peccato).
Il nemico delle nostre anime, che ti assicuro è reale e vivente, è un essere malvagio, ben peggiore di quello che ero io prima di conoscere Cristo o quello che potresti essere tu.
Nella Parola di Dio è chiamato il principe di questo mondo, ma non può fare tutto quello che vuole.
Anni fa, mi rendevo conto che più leggevo di lui nella Parola di Dio e più mi vedevo simile a lui. Egli un tempo era un Angelo il cui nome significava: portatore di luce, poi dopo essere decaduto è diventato il nemico di Dio, il nemico delle nostre anime.
Quando avvenne la mia conversione, che fu istantanea (il mio cuore divenne libero in un attimo; poi il Signore ha continuato la sua opera, prima di riempirmi, ha dovuto svuotarmi, e ancora oggi ci sono cose che Lui toglie o modifica), capii che il cammino del cristiano è dinamicom un Cristiano non si può adagiare, perchè se non sta andando contro corrente si sta facendo trascinare. Il figliolo di Dio è forte solo se ha dentro di se Iddio.
Chi fa sul serio (perché ci sono anche tanti che si dicono figli di Dio ma non lo sono) lotta con forza.
E mentre scrivo un verso mi viene in mente che si trova in Giudici 5:21: Anima mia, avanti con forza!
Io ho una forza dentro di me che si chiama Spirito Santo e ho un Re dentro di me che, anche quando cado o inizio a sentirmi stanco di combattere, è lì che mi rialza. Ho imparato a comprendere che sono tutt’altro che perfetto, ma un giorno sarò simile a Lui.
Oggi non ho più paura della morte, perché ho una certezza: Dio mi ama. E per capirlo, ti assicuro che, nonostante tutto ciò che Dio aveva fatto e fa per me, ho avuto il collo duro, sia per il mio carattere sia per il mio passato. Non mi fidavo pienamente di Dio, nonostante la conversione, e avevo una certa difficoltà a dargli il controllo. Non mi piaceva il fatto che Lui conoscesse i miei pensieri e leggesse il mio cuore, perché non avevo ancora realizzato tante cose.
Ero uno a cui piacevano le cose tutte e subito (come già ti ho descritto).
Preferivo il foglio che divampava e bruciava in un attimo, piuttosto che vedere la carta bruciare lentamente prima di scomparire. Dio non ha fretta, i suoi pensieri non sono i nostri; spesso agisce così, e questa è una benedizione, perché in questi momenti (e io ne ho avuti tanti) ho sperimentato il suo intervento al momento opportuno e ho potuto chiaramente distingure il suo intervento e non il mio.
Ti stupirai, ma mentre scrivo queste pagine sto attraversando un momento complicato e sentivo più volte di scrivere questa testimonianza, perché Dio me l’ha confermato più volte. Dio mi diceva, attraverso la sua Parola e la predicazione: “Ricordati quello che io ho fatto per te”.
Dato che amo scrivere e spesso racconto ai giovani ciò che Dio ha fatto per me, ho deciso di scriverlo. E di metterlo qui su questo blog che, all’inizio, era solo per aiutarmi a riascoltare le predicazioni. Oggi lo uso per evangelizzare chi passerà di qui.
Qui ci sono tanti studi, scritti e prediche che nel corso degli anni mi hanno toccato particolarmente. C’è anche uno studio del fratello Wilkerson che, all’inizio, quando non conoscevo nessuno, mi ha aiutato a capire cosa mi stava accadendo. C’è sempre un Barnaba che il Signore mette accanto a noi nei momenti di difficoltà, anche se non capiamo.
Oggi, grazie alla Parola, ho compreso tante cose. Anche sul perché sono ancora in vita. So che, se non ci fosse stato Lui, a quest’ora io non sarei qui e sarei stato in quell’inferno che tanto decantavo nella musica che ascoltavo.
Dio ci lascia liberi di scegliere ciò che è bene e ciò che non lo è.
Dio ci lascia liberi di amarlo o odiarlo.

Mi potrai dire che non odi Dio, ma sappi che la Scrittura è molto chiara:
Nessuno può servire due padroni, perché o amerà l’uno e odierà l’altro, oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo.

A Satana non importa che tu lo ami o no, gli basta che la tua anima perisca, perché ti odia in quanto creatura di Dio. Lui non accetta che una creazione come la nostra, viva e goda l’eternità, non sopporta la gloria che appartiene a Gesù figlio di Dio. Satana non avrà più quello la gloria che un tempo aveva (Satana è già stato giudicato).
Noi invece abbiamo ancora speranza, infatti:

“Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. E se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico, perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi respinge e non accetta le mie parole, ha chi lo giudica: la parola che ho annunciato è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato di mio, ma il Padre che mi ha mandato mi ha comandato quello che devo dire e di che devo parlare; e io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che dico, così le dico, come il Padre me le ha dette”. (Giovanni 12:46-50)

Purtroppo, quando si parla del giudizio di Dio, molti si allontanano, si infastidiscono, perché anche se non se ne rendono conto, la loro coscienza li accusa. Sappi che tutti noi, un giorno, dovremo comparire dinanzi a Dio e rendere conto.
“Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quando era nel corpo, secondo ciò che ha compiuto, sia in bene sia in male.” (2 Corinzi 5:10)
Dio è lo stesso ieri, oggi e in eterno, ed è un Dio pietoso e lento all’ira ma non può tollerare il peccato.
Un giorno un fratello mi raccontò la storia di Manasse, che mi ricorda molto ciò che è capitato a me.
Se vuoi leggere la sua storia, vai su 2 Cronache 33:1-20 e scoprirai che Dio si arrende anche alle preghiere di uno come Manasse, e lo ha fatto anche per me.
Satana, nei primi tempi della mia conversione, mi fece pensare di aver fatto qualcosa che non poteva essere perdonato, invece Dio mi perdonò.
E lo fece più volte; io ero assalito da quella voce, perché in realtà avevo difficoltà a fidarmi di Dio.
Non solo mi aveva guarito dalla malattia e dal peccato, ma ogni giorno vedevo che crescevo, imparavo i versi, come se entrassero in me, vivevano in me. Li applicavo e, con il suo aiuto, non peccavo più, ma involontariamente avevo atteggiamenti e pensieri che a Dio non piacevano. Questa cosa mi bloccava. Lui però mi ha aspettato. Mi ha formato e continua a farlo. Il Cristiano non è perfetto, ma vuole raggiungere la statura di Cristo con tutto il suo cuore.
Satana usa la menzogna per farti credere in cose che non esistono, perché Satana è il padre della menzogna. Anche se tu non appartieni dichiaratamente a lui, gli basta che tu muoia spiritualmente.
Tu però che sicuramente non sei qui per caso, sei stato il motivo per cui Gesù si è dato sulla croce, perché Dio, che è puro e tre volte Santo, ti vuole dare l’amore di cui io e i miei fratelli abbiamo realizzato.
Dio per darti pace ha dato la cosa più preziosa che aveva per salvarci: suo Figlio Gesù, che è venuto sulla terra come vero uomo e vero Dio.
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.” (Giovanni 3:16)

Questo verso facevo fatica a comprenderlo quando ero nel mondo, m’infastidiva era inconcepibile. era per me motivo di grande contestazione ma quando ho avuto la mente di Cristo e mi sono avvicinato alla sua santità, ho compreso cos’è il peccato per Dio e a cosa porta e ho compreso perfettamente questo sacrificio e ringrazio Iddio per tutto questo.
Gesù ha dato se stesso per i suoi amici.
Nessuno ha amore più grande che quello di dare la sua vita per i suoi amici. Giovanni 15:13 E’ vero potresti dirmi, ma io non sono amico di Cristo ne lui è mio amico.
Sappi che Dio ti ha visto il tuo cuore quello che forse nemmeno tu puoi vedere, ti ha visto come vide un giorno Natanaele, sappi che Gesù si è dato non per i giusti ma per gli empi.
Infatti, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Romani 5:6
Se oggi hai udito la sua voce non indurire il suo cuore e vai a lui con tutto te stesso. Non serve nessun artifizio, basta solo una preghiera fatta con il cuore, poi farà ogni cosa lui

“Gesù le disse: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà’.” (Giovanni 11:25)

Chi decide di amare Dio e di farlo suo Signore ubbidisce alla sua voce com’e’ scritto:
“Perché mi chiamate: ‘Signore, Signore’ e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi somiglia. Somiglia a un uomo il quale, edificando una casa, ha scavato e scavato profondo e ha posto il fondamento sulla roccia; e, venuta una piena, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto scrollarla perché era stata edificata bene.” (Luca 6:46-48)

“Chi dice di rimanere in lui, deve camminare come egli camminò.” (1 Giovanni 2:6)

Se ti credi giusto e dici di credere in Dio ma non cammini come Egli camminò, se non ubbidisci alla voce di Dio e pecchi allora sei schiavo del peccato (“Gesù rispose loro: ‘In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato’.” Giovanni 8:34), inganni te stesso, non indurirti.
Io spero che Dio possa benedirti con la sua parola e che tu possa conoscerlo come l’ho conosciuto io, in modo reale.
A Dio solo sia la gloria nei secoli dei secoli

15 – 08 – 2018 – Prima parte

Ti presento una parte di me, quella nascosta dietro questa data

Ho sempre amato scrivere e mi scuso se sarò prolisso, ma descriverti la mia vita prima di questa data è fondamentale per farti comprendere chi ero. Quello che leggerai l’ho cercato di ridurre all’osso e spero che non ti inquieti, ma è la mia vita, o almeno una gran parte di essa.

Amavo scrivere perché, mentre lo facevo, la mia mente viaggiava e mi aiutava a dimenticare ciò che vivevo, i miei malesseri; proiettavo all’esterno il mio mondo interiore, infestato da un vuoto tremendo. Quando scrivevo, era come gettare su un foglio bianco i colori che giacevano dentro di me. Mescolavo tutto insieme, come fanno alcuni pittori con la tecnica del dripping (quando lanciano o fanno gocciolare i colori sulla tela): io facevo lo stesso, ma quelli che emergevano più spesso erano il nero e il grigio.

Scrivere, per me, era anche comporre musica: racconti, poesie, recensioni, riflessioni, testi musicali. Spesso scrivevo senza sapere nemmeno dove sarei arrivato e, nella maggior parte dei casi, non concludevo nemmeno ciò che iniziavo, perché mi stancava o annoiava. Iniziavo con entusiasmo qualcosa, ci mettevo tutto me stesso, ma appena nella mia testa mi sentivo padrone di quella cosa, smettevo, perché non mi attirava più. Ero così con ogni cosa e persona.

Sono sempre stato una persona contraddittoria. Amavo il silenzio, ma ascoltavo la musica più estrema e rumorosa che esistesse, perché affogava i miei pensieri. Odiavo l’amore, ma ne avevo un disperato bisogno, perché non riuscivo assolutamente a vivere senza una persona accanto; quando veniva a mancare, era come perdere una parte di me, tanto che le relazioni assumevano per me una vera e propria dipendenza psicologica.

Avendo anche una patologia che ho scoperto solo l’anno scorso, come l’autismo, provavo grandi stati di malessere e inquietudine, dovuti a fastidi di vario genere. Mi infastidivano le persone che restavano troppo tempo accanto a me, mi infastidivano i loro pensieri quando non erano come i miei, le loro idee se non mi rispecchiavano, e per di più ero estremamente pessimista e negativo. Quando il mio cervello si metteva a pensare, usciva tutta la melma che avevo nel cuore e, spesso, chi mi frequentava e imparava a conoscermi meglio capiva che qualcosa non andasse dentro di me. Un mio caro ex amico mi diceva che avevo il cervello inceppato.

La cosa incredibile era che io mi vedevo quasi perfetto (ma amavo ingannarmi, perché la menzogna era la mia vita); tuttavia, nel mio essere mitomane, vedevo sempre gli altri in difetto e io non mi pesavo mai: anzi, se vedevo qualche difetto, era perché non ero abbastanza cattivo.

Cosa viveva dentro di me

Posso dirti che dentro di me vivevano più personalità. All’esterno apparivo una persona molto calma e tranquilla, perché scaricavo tutto con la musica, con la palestra (praticavo anche sport da combattimento a pieno contatto fisico), l’informatica, i videogiochi e soprattutto peccati di ogni genere. Avevo una personalità camaleontica e, quando scrivevo nei miei diari, non riuscivo a capire chi fossi davvero. Mi chiedevo spesso: “Ma perché sento di essere tutto e niente allo stesso tempo?”

Avevo sempre un interesse morboso per comprendere e conoscere il carattere e i segreti degli altri, e mi piaceva manipolare ogni cosa perché dovevo renderla simile a me o far sì che mi desse piacere. Vivevo pesando ogni virgola perché non mi fidavo di nessuno, solo di me stesso. Se volevo bene a una persona, dentro di me mi aspettavo il male e quindi, se potevo ferire per primo, lo facevo subito, per giustificare l’altra persona quando l’avrebbe fatto a me.

Amavo la menzogna, mi faceva sentire superiore; avevo imparato addirittura a usare le mie maschere. Per provare piacere fisico e mentale, dovevo fare del male e dovevo riceverlo a mia volta, perché mi faceva sentire vivo, mi dava emozioni anche se negative. Amavo tutto ciò che era estremo in ogni ambito: da quello fisico ed emotivo, fino al campo informatico, letterario e artistico. Cercavo di lasciare qualcosa di me dentro le persone, così da poterle controllare quando ne avevo bisogno.

Ero una persona malvagia, ma soprattutto maligna, che voleva andare sempre oltre. Tuttavia, avevo un freno che oggi chiamerò seme (poi ti spiegherò cosa intendo). Questo seme mi ha salvato, o dal carcere o dall’essere ucciso da qualcuno. Riuscivo quasi sempre a capire quando dovevo fermarmi.

Cosa mi ha fatto essere così?

Ciò che ti ho confessato ovviamente non è stato per tutta la mia vita. Prima dei miei 14 anni io non arrivavo a questi livelli ma avevo comunque uno spiccato interesse per l’occulto, la paura, l’horror, la pornografia e tante altre cose. Ho visto il mio primo film erotico/pornografico intorno agli 11 anni e conoscevo a memoria l’intero film “l’esorcista” di William Friedkin (ricordo ancora addirittura il nome del regista) sempre intorno a quella età. Quando entrai molti anni dopo in una setta satanica e lessi per la prima volta la bibbia satanica di Levey e lessi i suoi comandamenti, dissi dentro di me come dicevo a tanti: io sono nato per questo.
Sentivo di aver trovato finalmente la mia strada ma era un altro inganno. Quando leggevo libri di occultismo, mi sentivo vivo, perché non facevo alcuna fatica ad accettare quelle cose, anzi dicevo: Io sono così, mi ritrovo in tutto questo ed è la mia vita.
Ora ti colpirò e ti dirò che da bambino a 6/7 anni frequentavo la scuola domenicale evangelica pentecostale. Fino al 1996 se non ricordo male, andavo anche ai campeggi evangelici, in chiesa, alzavo addirittura le mani al cielo… ma non avevo capito niente del Signore perché imitavo gli altri. Posso dirti che proprio dopo il mio ultimo campeggio, io mi stavo avvicinando a Dio tanto da iniziare a tagliare con alcuni peccati (e sottolineo questo alcuni, perché altri erano c’erano ed erano anche gravi) dopo poi ripresi a fare tutto quello che stavo per lasciare.
In quel periodo però arrivò un duro colpo nella mia vita. Molti mi dicevano che io fossi strano, perché non amavo fare gruppo, non mi piaceva fare le cose degli altri, non ascoltavo la musica degli altri perché non mi dava nulla. Io non riuscivo a stare agli scherzi, m’infastidiva (io però lo facevo e come) non ero gradito per molte cose e molte persone mi escludevano. Io accettavo di auto escludermi (lo facevo già di mio) ma non sopportavo che lo facessero gli altri, anche da bambino lo facevano perchè ero scarso a giocare a calcio fino a che dopo tanta pratica in solitario io non ero diventato talmente bravo da superare tutti quelli che non mi chiamavano mai a giocare. Iniziai a provare un piacere assurdo a umiliarli, a dribblarli e superarli, mi dava un senso di vendetta. Si perché io rimuginavo molto sul male subito anche da bambino.
Forse da lì è nato quel mostro che mi sono portato dentro negli anni. Io non mi arrendevo mai, fino a che non arrivavo a ciò che mi ero prefissato, non mi fermavo mai. Se mi ero fissato su qualcosa mi potevo fermare solo se lo decidevo io, altrimenti non mi sarei fermato nemmeno con le minacce.
Tuttavia arrivò un gigante che io non potevo sconfiggere e questo si chiamava bullismo che mi uccise dentro. Quando io subii bullismo (e lo subii per molto tempo) morì qualcosa dentro di me. Il senso della vita, tutto quello che credevo di essere e immaginavo di essere (perché fin da bambino ho sempre avuto un’idea idee eccezionale di me) morì. Il bullismo e la successiva solitudine mi segnò. I pochi che mi erano accanto dopo quello che mi accadeva mi emarginarono pure loro. Dentro di me iniziò a crescere un odio incontrollabile verso tutti, non mi abbandonava mai la rabbia e l’odio. Pregavo Dio che cambiasse la situazione e gli davo la mia ricetta su cosa doveva fare… ma andava sempre peggio. Pregavo ogni sera ma non cambiava nulla. Ero arrivato talmente al limite che non desiderai altro che suicidarmi. Ogni sera iniziavo a chiedere a Dio di farmi morire, glielo chiedevo spesso fino a che decisi di farlo io. Nessuno sapeva cosa vivessi dentro, io mi sfogavo solo con i miei diari. Essi diventarono i miei amici nell’oscurità che vivevo e se l’hai provato anche tu, sai benissimo di cosa parlo. Avevo il terrore che quei diari venisse scoperti (tanto che poi negli anni a venire li bruciai) perché se qualcuno avesse letto quel diario mi avrebbe letto dentro e non avrei mai tollerato che qualcuno avesse fatto qualcosa del genere, avrei potuto fare gesti estremi contro quella persona per come stavo.

In quel periodo per puro caso (ma caso non era) scoprii la musica Rock, l’andare oltre le regole. Visi un gruppo che cantava in sanscrito al festival di sanremo e vedere il chitarrista e cantante di questa band che faceva con il manico della chitarra una scala sulla tastiera mi affascinò, mi rapì talmente tanto che io acquistai il mio primo disco Rock di questa band. Da li scoprii sempre più gruppi con i quali empatizzavo, notavo che la mia solitudine, tristezza e rabbia venivano mitigate dalla musica, vedevo che in questo genere di musica c’erano i sentimenti che provavo anche io e la mia rabbia scemava per un po’. Avevo sempre intenzione di morire ma la musica diventò una valvola di sfogo, in questo tempo io comunque continuavo ad andare in chiesa e continuavo a pregare Dio in questo modo.

Quando le cose diventarono insostenibili per me (andava sempre peggio), decisi di togliermi la vita. Ero sicuro ed ero pronto a farlo. Mi bloccava solo il dolore che potevo dare ai miei genitori ma andai talmente oltre nel mio dolore che non m’importava più niente e di nessuno. Posso dirti che una sera non ricordo bene cosa dissi nella mia preghiera ma ero deciso a togliermi la vita (credo che nell’imminente l’avrei fatto) sentii una forte voce molto forte nella mia mente che sovrastava i miei pensieri e mi diceva: Non farlo! Altrimenti andrai all’inferno. Quella cosa mi sconvolse e mi bloccò perché mi sentii prigioniero e dicevo a me stesso: un altro inferno peggio di questo? No. Io ci credevo, come credevo in Dio e in suo figlio ma vivevo nel peccato, nella ribellione, credevo anche all’inferno. Più andavo avanti però e più progredivo con la musica arrivando anche a tollerare musica satanica fatta da satanisti dichiarati.

L’ingresso nel mondo dell’occulto

Per poter sopravvivere senza il pensiero del suicidio, iniziai a costruire dentro di me un muro chiamato odio e disprezzo. C’era un brano di un gruppo Death metal italiano chiamato: Hate and Scorn che mi rispecchiava molto. Per me questa era una protezione: aggredivo per difendermi, poi, col tempo, quell’atteggiamento divenne la mia essenza.
Quando ruppi totalmente con Dio, la mia costante divenne l’avversione totale verso chi non sentivo simile a me. Una notte, mentre spaccavo la Bibbia nel tentativo di ottenere risposte da Dio, trovai un verso nel Vecchio Testamento che parlava di un giudizio di Dio verso un popolo. Senza neppure comprenderlo, mi soffermai sulla forza di quel giudizio (e non ne conoscevo nemmeno il motivo, mi fermai solo su quelle poche righe lette). Rimasi esterrefatto e dissi: “Ma questo è il Dio d’amore di cui tutti mi parlano? È questo il Dio che io sto aspettando, pregando?” Mi sentii tradito e iniziai a pensare a tutto il negativo che vedevo in Dio. Tante considerazioni su un Dio che io non conoscevo affatto. Come Ofni e Fineas, io non conoscevo l’Eterno. La mia ribellione era già in atto da molto tempo, ma non me ne rendevo conto perché trattavo Dio solo come un supermercato, un mezzo per ottenere quello che volevo e non provavo vergogna. Ascoltavo già musica che sapevo avrebbe offeso Dio. Quella sera ruppi totalmente con Lui e decisi di voler conoscere Satana e le sue schiere, perché le sentivo più simili a me. Io non vedevo amore in Dio, vedevo altro. In pratica, ero diventato peggio di un rottame che giudicava il suo creatore. Ma ero già nelle mani del nemico da molto tempo perché, oltre a essere cieco e sordo spiritualmente, mi vedevo giusto, ero altero, non avevo discernimento né timore di Dio. Avevo uno spirito grandemente superbo e nonostante quello che mi accadeva io non abbassavo la testa.

Grazie a internet, che usavo già negli anni ’90, entrai in contatto con un ragazzo su una chat su IRC che parlava di Metal. In privato mi disse: “Ora ti mostro chi è mio padre” e mi inviò un’immagine in cui c’era un uomo con la faccia di un capro su un monte immerso nei colori dell’aurora. Quell’immagine mi spaventò ma mi attirò allo stesso tempo. Era anche il periodo del processo a Marco Dimitri dei bambini di satana: e quindi già c’erano questi echi che attiravano la mia attenzione.
Sul piano umano, quando mi detti al maligno spontaneamente, diventai l’opposto di quello che ero anche esteriormente: iniziavo ad avere successo anche successo con le persone. Il bullismo finì di colpo, la gente mi temeva, perfino i professori mi stavano lontani per paura di sortilegi o altro, e iniziavo ad avere consensi. L’incubo per me era finito e vivevo in una sorta di sogno apparente seppur dentro di me vivevo un raggelante e nefasto disagio ma a me stava bene.
Entrai in possesso di un libro evangelico chiamato “Dalla magia nera a Cristo” che stavo iniziando a divorare letteralmente. Mia madre, spaventata dalla luce sinistra che trasmetteva il mio volto durante la lettura (a detta sua), me lo tolse, così come fece con i miei dischi, ma più lei faceva così e più io peggioravo. Era anche il periodo in cui apparve per la prima volta la foto di Fabio Tollis su Metal Shock. Fabio Tollis era un ragazzo che suonava in due band death metal (Infliction e Ferocity) e venne ucciso insieme alla ragazza dalle Bestie di Satana. In quel periodo l’underground pullulava di personaggi dalla mentalità deviata e posso testimoniare che ne ho conosciuti tanti come anche io stesso lo diventai; se non avessi avuto un seme dentro di me (te ne parlavo prima), o avrei fatto quella fine o avrei emulato alcune cose. Sono sempre stato un ago della bilancia, ho sempre impedito che né io né i miei amici andassimo oltre (per questioni di sangue).

I due periodi più bui della mia vita fino ad arrivare alla data nel titolo

Ero entrato in una setta satanica, studiavo molto per conoscere l’occulto, ma non feci mai nessun rituale d’iniziazione; non volli farlo perché qualcosa dentro di me mi frenava, mi dicevo: “E se un giorno volessi tornare indietro?” Stessa cosa quando mi veniva il pensiero di fare il passo definitivo: nonostante tutto quello che facevo, non lo facevo perché avevo paura di non poter tornare più indietro.
Il motto della setta che frequentavo era: “Meglio padroni all’inferno che schiavi in paradiso.” È una frase di Milton (libro che avevo letto più volte e che amavo letteralmente, insieme ai racconti crudeli di Villiers de l’Isle-Adam e a tanti altri libri di quel genere). Avevo circa 18 anni e per me quello fu il periodo più bello, umanamente parlando, perché mi andava tutto bene; sul piano umano ero appagato, ma dentro avevo una voragine infinita come ti dicevo prima. Io ero ossessionato dalla morte al punto che provavo quasi piaceri sessuali solo a leggere un racconto sulla necrofilia (i cari estinti di lovecraft) amavo respirare l’odore delle carcasse morte proprio come faceva il cantante dei Mayem, praticavo l’autolesionismo ed ero ossessionato dal sesso, dalla pornografia che per me erano diventati un chiodo fisso dalla mattina alla sera.
Per me gli eccessi di quel periodo tamponavano il vuoto che avevo e che non finiva mai. Mi ubriacavo spesso fino a dormire anche per strada. Frequentavo persone che come me avevano grandi disagi dovuti ad abusi sessuali (anche da parte dei genitori) ho trovato anche persone che avevano subito peggio di me. Una ragazza che frequentavo in quel periodo si suicidò anni dopo buttandosi sotto un treno a Napoli.

Il buio totale arrivò anni dopo, quando negli anni a venire non uscivo nemmeno più di casa e vivevo immerso nel buio con candele, e luci soffuse. Ero arrivato al limite. In quel periodo non so come feci a sopravvivere: Dio mi ha protetto, non ha permesso che io morissi, ma iniziai a soffrire di varie psicosi, paure fittizie, autolesionismo, dipendenza assoluta dal sesso (anche lì ero andato ben oltre), finché iniziai a non sentire più nulla dentro di me.


Ecco, inutile continuare a raccontare, perché non basterebbe un libro per descrivere la mia vita, come non basterebbe per nessuno. Ma ora arriviamo a 8/9 anni fa, quando accadde qualcosa che mi stravolse la vita. E questa volta non era il male.

Una notte mi svegliai dal sonno e non respiravo più, stavo soffocando per via di un laringospasmo e non c’era modo di respirare. Mi veniva da ridere (credimi, è così) e dicevo dentro di me: “Ma come? Muoio così?” Corsi da mia madre, ma non ebbi il coraggio di svegliarla perché non volevo darle il dolore di vedermi morire. Tuttavia, guardai in su e iniziai a sentire l’aria che entrava nei polmoni. Piano piano, iniziai a respirare… durò credo un minuto ma sembrava un’eternità.

Da quella sera ebbi paura della morte (quella morte che amavo e di cui avevo fatto un feticcio, ora mi sentivo che avesse puntato gli occhi su di me).
In quel periodo suonavo con una band shoegaze (non suonavo più ne death metal ne black metal) e stavamo registrando il nostro primo disco; si parlava addirittura di tour in America, insomma stavo realizzando un sogno dove eravamo entrati anche a contatto con una delle band più importanti del genere. Ed ecco arrivare una malattia di cui nessuno comprendeva nulla, che non mi permetteva più di suonare: le mie dita quando facevo gli assoli, erano divente pesanti, perdevo la forza, narcolessia improvvisa, forza quasi a zero, salivazione assente e dolori persistenti giorno dopo giorno. Insomma, mi sentivo peggio di un vecchio. Questo durò vari mesi ed era sempre peggio.
Ero riuscito a sopportare tutto, ma sentirmi un rottame, un sacco della spazzatura, non riuscivo ad accettarlo ma stavolta non volevo morire ma non avevo nemmeno speranze che ne sarei uscito. Questo fu il mio secondo punto più buio della mia vita, fino a un giorno in cui, entrando in cucina per fare il caffè, sentii su Radio Evangelo che un uomo era stato guarito da Dio dalla distrofia muscolare… e quando sentii quelle parole io mi fermai, fu come se una verità si fosse introdotta dentro di me. Io credevo in Dio non ero diventato del tutto incredulo (anche se contestavo la Bibbia e tante altre cose) sapevo che Dio avrebbe potuto guarirmi (e in quel momento io ci credevo), ma non sapevo come andare a Lui, perché mi sentivo immondo e sporco per presentarmi al suo cospetto.

(Ed ora t’i invito a leggere la seconda parte, qualcosa che ho realizzato nella mia vita e che chiunque può realizzare. L’incontro con il mio salvatore)